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MARCELLO DI DONATO

geboren 6. März 1962 in Cava de´Tirreni
Lebt und arbeitet in Rom

Marcello Di Donato studierte Szenografie an der Akademie der bildenden Künste in Neapel. Mitte der 80er Jahre widmete er sich der Fotografie, insbesondere Experimenten mit den fotografischen Techniken des Polaroid sx-70. Marcello Di Donato wurde in den letzten zwei Jahrzehnten immer wieder eingeladen, seine Arbeiten in zahlreichen öffentlichen und privaten Galerien auszustellen.


Gallerie di riferimento: Hybrida contemporanea, Roma; 91mq, Berlino
Principali mostre:


2019 “Affacciati sulla bellezza. Il paesaggio italiano in fotografia”, Slovenské národné múzeum, Bratislava (mostra collettiva)
2016 “L’immediatezza del presente”, con Luca Maria Patella e Rosa Foschi, San Vito al Tagliamento
2015 “Dissonanze”, Plus Arte Puls, Roma
2014 “Seducenti Immagini”, Museo Pan, Napoli
2012 “Junkspace”, Marte, Cava de’ Tirreni
2011 “Motherland”, Galleria Gallerati, Fotografia – Festival Internazionale di Roma (mostra collettiva)
2010 “Lager”, 91mq, Berlino (mostra personale)
2010 “II Paesaggio Italiano in Fotografia, 1950 – 2000” Sale espositive provinciali, Pordenone (mostra collettiva)
2010 “II Paesaggio Italiano in Fotografia, 1950 – 2000” Palazzo Stroganovsky, San Pietroburgo (mostra collettiva)
2008 “Vision notes” MUSPAC Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea , L’Aquila (mostra personale)
2002 “Le mois de la photographie” Onix espace culturelle, Nantes (mostra collettiva)
2000 ” Frammenti dal sensuale” Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (mostra personale)
2000 “Un’avventura in bianco e nero” Töölönlahden Makasiinit, Helsinki (mostra personale)
1997 “Polaimages” Palais des congres et de la culture du Mans, Le Mans (mostra personale)
1992 “25 anni di attività della Galleria il Diaframma-Kodak”, Milano (mostra collettiva)
1986 “Operazione collettiva” Dip. Arts Plastiques et Sciences de l’Art de la Sorbonne, Parigi (mostra collettiva)

Principali pubblicazioni:
2019 “Affacciati sulla bellezza. Il paesaggio italiano in fotografia”, Slovenské národné múzeum, Bratislava
2010 “II Paesaggio Italiano in Fotografia, 1950 – 2000” Sale espositive provinciali, Pordenone
2008 “Herculaneum”, MAV Museo Archeologico Virtuale, Ercolano (mostra personale)
2008 “Vision Notes” MUSPAC Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea, L’Aquila (mostra personale)
2005 “Bassano istantanee”, Palazzo Roberti, Bassano del Grappa (mostra personale)

 


BRUNO DI MARINO
SGUARDI LUMINOSI

... Ma cosa guardano queste statue? Come scrive Jean-Luc Nancy in un suo celebre saggio – che, pur se dedicato alla ritrattistica in pittura, può facilmente essere adattato alla statuaria –: «Lo sguardo del ritratto non guarda nulla, e guarda il nulla. Non prende di mira nessun oggetto e sprofonda nell’assenza del soggetto (la mia, la sua: la nostra nello stesso tempo, per definizione, comune e divisa). Guardare nulla è in primo luogo la contraddizione intima del soggetto (la contrarietà in cui ha luogo un’intimità)». E quella che si avverte è esattamente una singolare sensazione di intimità tattile con le statue, riprese di fronte o di spalle; una sorta di prossimità alla “materia” di cui sono fatte. Ma c’è un'altra considerazione del filosofo francese che ci colpisce particolarmente se riferita alle immagini di Di Donato: «Il guardare porta il soggetto in evidenza. “Guardare” significa anzitutto badare [garder], warden o warter, sorvegliare, custodire
[prendre en garde] e fare attenzione [prendre garde]. Avere cura e preoccuparsi. Guardando veglio e (mi) sorveglio: sono in rapporto con il mondo, non con l’oggetto». ... 

 

 

... Aber was sehen diese Statuen aus? Wie Jean-Luc Nancy in einem seiner berühmten Essays schreibt, das sich, obwohl es der Porträtmalerei gewidmet ist, leicht an Statuen anpassen lässt: «Der Blick des Porträts sieht nicht aus und sieht nicht aus. Es zielt nicht auf ein Objekt ab und versinkt in der Abwesenheit des Subjekts (meins, seins: unsers gleichzeitig, per Definition, gemeinsam und geteilt). Nichts zu betrachten ist in erster Linie der innige Widerspruch des Subjekts (der Gegensatz, in dem eine Intimität stattfindet). " Und was gefühlt wird, ist genau ein einzigartiges Gefühl der taktilen Intimität mit den Statuen, die von vorne oder von hinten aufgenommen wurden; eine Art Nähe zu der "Materie", aus der sie gemacht sind. Aber es gibt noch eine andere Überlegung des französischen Philosophen, die uns besonders auffällt, wenn wir uns auf die Bilder von Di Donato beziehen: "Schauen bringt das Thema zum Vorschein. "Schauen" bedeutet in erster Linie, sich um [Garderobe], Aufseher oder Warter, Überwachung und Bewachung zu kümmern
[prendre en garde] und sei vorsichtig [prendre garde]. Pass auf dich auf und sorge dich. Ich schaue es an und wache darüber: Ich stehe in Beziehung zur Welt, nicht zum Objekt ". ...

 

 

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